mercoledì 31 dicembre 2008

Una lettera di Gesù



Recentemente ho acquistato nella Libreria San Paolo questo "Diario di Viaggio" di Egeria, una nobile vedova romana che nel IV secolo percorse i sentieri della Terra Santa e lasciò il primo diario di pellegrinaggio nei luoghi di origine della cristianità. " Un documento storico prezioso, ma soprattutto un'intensa esperienza spirituale per i lettori di ogni epoca" recita la postfazione del testo. L'ho preso perchè mi interessava la vita della comunità cristiana dei primi secoli (tra le altre cose c'è una minuziosa descizione dei riti della settimana santa a Gerusalemme in quel periodo). Leggendo mi ha colpito molto il fatto che si parla di una lettera che il Signore avrebbe scritto al Re Abgar di Edessa in risposta ad una lettera che lo stesso Re aveva precedentemente scritto a Gesù. Racconta anche di un miracolo accaduto ad Edessa dovuto alla fede del Re in quanto scritto nella lettera. Egeria, facendo tappa nella città di Edessa, scrive infatti "Questo tuttavia mi fece un grande piacere, di ricevere per me da quel santo [il vescovo di Edessa] le lettere, sia quella di Abgar al Signore, sia quella del Signore ad Abgar, che lo stesso santo vescovo ci aveva lette sul posto. E benchè io ne avessi delle copie in patria [quindi nell'antichità era noto questo fatto! ndr], tuttavia mi sembrò molto più opportuno riceverle da lui, temendo che, forse ce ne fosse giunto in patria un testo meno ampio: e in realtà è più lungo quello che ho ricevuto qui. Perciò, se il nostro Dio Gesùlo comanderà e se tornerò in patria, lo leggerete voi stesse, o signore carissime". Se qualcuno sa qualcosa di questo fatto o avesse qualche riferimento a testi per approfondire l'accaduto, mi farebbe un vero regalo scrivendomi qualcosa come commento a questo post.

Buon 2009 a tutti!



Auguriamo a tutti un felice anno nuovo ! Che l'amore scenda per tutti dalla "finestra dal cielo" come cantano gli U2...



martedì 30 dicembre 2008

Si è aperto l'incontro europeo di Bruxelles



Si è aperto oggi il 31 esimo incontro europeo di giovani promosso dalla Comunità di Taizé. L'incontro si svolge a Bruxelles e raggruppa circa 40.000 giovani da tutta Europa.

lunedì 29 dicembre 2008

Pubblicata la "Lettera dal Kenya" di frère Alois



Anche quest'anno inseriamo nel blog (vedi sezione a fianco del "materiale per la preghiera" o cliccare sull'immagine) la lettera 2009 di frère Alois, che prende il nome di "Lettera dal Kenya". Questa lettera sarà oggetto di riflessioni nei piccoli gruppi a Taizè nel corso di tutto il 2009. Noi ne utilizzeremo piccoli estratti come brevi testi di meditazione durante la preghiera domenicale.

Due interviste a frère Alois durante una recente visita a Roma


domenica 7 dicembre 2008

Domani preghiera per il matrimonio di Michela e Stefano



Domani sera, domenica 7 dicembre 2008, la preghiera sarà dedicata al matrimonio mio (Stefano) e di Michela. Ci sposeremo sabato prossimo, festa di Santa Lucia. Per dettagli sul matrimonio rimando al sito: http://miciandstewedding.blogspot.com/


domenica 26 ottobre 2008

Questa sera preghiera in ricordo del papà di Maria


Questa sera, domenica 26 ottobre, la nostra preghiera è dedicata alla memoria di Andrea, il papà di Maria, che è tornato al Padre durante questa settimana. Tutti noi abbracciamo Maria e la sua famiglia in questo momento di dolore.

domenica 12 ottobre 2008

Sospensione preghiera per 2 domeniche


Domenica 12 ottobre e domenica 19 ottobre 2008 la preghiera serale di Taizé non avrà luogo a causa di impegni di molti di noi. Riprenderemo in data domenica 26 ottobre 2008 alle ore 21,15 sempre a Santa Maria in Porto.

venerdì 3 ottobre 2008

Our Jesus ran the Opposite Way


Ecco una nuova splendida canzone dei Leeland intitolata "Opposite Way".




martedì 30 settembre 2008

Le lacrime dei santi




Ho scoperto per caso questa canzone dei Leeland nella rete. Si chiama "Tears of the Saints". Credo che sia una delle canzoni più poetiche degli ultimi 10 anni. Sentire per credere...


giovedì 25 settembre 2008

Nuovo volantino


martedì 23 settembre 2008

Si "riaccende" la preghiera di Taizé



Eccoci finalmente. Dopo la bella preghiera del 31 agosto in preparazione al matrimonio di Maria e Andrea e dopo la partecipatissima e riuscitissima festa parrocchiale, ci siamo: a partire da domenica 28 settembre 2008 riprende la nostra preghiera della domenica sera. L'appuntamento è per:

ogni domenica sera
ore 21,15
Basilica di Santa Maria in Porto
Via di Roma
Ravenna

Può capitare che, a causa di impegni della comunità parrocchiale o diocesani, la preghiera possa di tanto in tanto o essere spostata o eliminata. Consigliamo quindi di consultare questo blog in cui daremo notizia degli spostamenti / modifiche oppure di contattare le responsabili:

Maria: 349 8723999
Maria Alessandra: 347 8241089

mercoledì 17 settembre 2008

La meravigliosa follia dei santi!

Questa canzone mi fà venire i brividi: evoca la gioia irresistibile di Dio che trabocca dai sensi e che ti costringe alla follia! Ecco i santi che arrivano danzando ....


Alcuni di noi a Taizé in Agosto 2008


Dal 20 al 24 agosto 2008 un piccolo grande gruppo di noi ha aderito al progetto "Si va a Taizé !!?" (vedi post del 2 luglio 2008). Hanno fatto parte della comitiva:

Auro .... Olè
Licia .....Olè
Lo ..... Olè
Malì .... Olè.

Il sottoscritto, che doveva aggregarsi al gruppo, invece si è fatto un mese di lavoro in un cantiere in Spagna. Le nostre sosno tornate molto contente anche se infreddolite. Per ovviare all'inconveniente si sono recate ad un noto magazzino di Macon ed hanno saccheggiato il reparo "sacchi a pelo". Il video seguente è uno slideshow che testimonia le scorribande delle 4 ragazze.



lunedì 8 settembre 2008

Mail di frère John per una preghiera a Sotto il Monte con frère Alois


Inviato da: "Brother John, Taize" john@taize.fr
Mar 2 Set 2008 6:52 am


Cari amici,

nell'occasione del 50esimo anniversario dell'elezione di papa Giovanni XXIII, hanno chiesto alla Comunità di Taizé di animare una preghiera a Sotto Il Monte (Bergamo) la sera del 18 ottobre alle ore 20,45. Sarà un bella occasione, dati i rapporti stretti tra frère Roger e papa Roncalli. Frère Alois sarà presente insieme con Mons. Loris Capovilla, che era il segretario personale di papa Giovanni. Tutti sono benvenuti. Inoltre, abbiamo bisogno di quelli che vogliono far parte del coro che animerà la preghiera e eventualmente anche di quelli che suonano degli strumenti musicali. Queste persone sono pregate di venire ad una prova di canto domenica 12 ottobre alle ore 15 alla Parrocchia di Sant'Ildefonso, Piazzale Damiano Chiesa 7, 20149 Milano. Contatto per il coro è:

Ricky Corsi
rickyviking@yahoo.com

Spero di vedere molti di voi a Sotto il Monte.

Fraternamente,

frère John

E' morto Padre J. Gelineau



Il padre gesuita Joseph Gelineau è morto l´8 agosto all´età di 87 anni. Ha dedicato tutta la sua vita al canto liturgico e, a questo titolo, ha collaborato con Taizé per sessant´anni. Nel 1948, mentre i primi fratelli erano solo sei, frère Roger gli aveva chiesto la composizione di un canto. E in giugno di quest´anno frère Alois si è recato a fargli visita un´ultima volta per raccogliere qualche intuizione concernente la liturgia. Frère Alois scrive di lui: «Dagli anni 1950, Taizé è stata la prima comunità monastica a cantare tutti i giorni i salmi di Gelineau in francese, che aveva appena composto sul testo di una nuova traduzione che aveva fatto lui stesso, come pure i suoi splendidi responsorii della Settimana Santa che sostengono la nostra preghiera sino ad ora. Con un´estrema sensibilità, padre Gelineau ha sempre capito ciò che conveniva alla preghiera della nostra comunità. In questi ultimi quindici anni, ha scritto alcuni dei più bei "canti di Taizé". Egli ha anche scritto per noi un notevole insieme dei canti dell´eucaristia, molto adatti alle assemblee internazionali di giovani che abbiamo. Non ci sono parole sufficienti per dire quanto Taizé debba al suo grande talento e, nel giorno in cui ci lascia, la nostra riconoscenza nei suoi riguardi è profonda».

Intervista al Cardinale Kasper su frère Roger




Il monaco simbolo dell'ecumenismo spirituale

Tre anni fa, il 16 agosto 2005, durante la preghiera della sera veniva assassinato da una squilibrata fratel Roger Schutz, fondatore e priore della comunità di Taizé, che da poco aveva compiuto novant'anni. Il presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, cardinale Walter Kasper, ne ricorda la figura in questa intervista a "L'Osservatore Romano".

Sono trascorsi tre anni dalla tragica morte di fratel Roger. Lei stesso è andato a presiedere le sue esequie. Chi era per lei?

La sua morte mi ha molto commosso. Mi trovavo a Colonia per la Giornata mondiale della gioventù, quando abbiamo saputo della scomparsa del priore di Taizé, vittima di un atto di violenza. La sua morte mi ricordava delle parole del profeta Isaia sul Servo del Signore: "Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca; era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori" (53, 7). Durante tutta la sua vita, fratel Roger ha seguito la via dell'Agnello: con la sua dolcezza e la sua umiltà, con il suo rifiuto per ogni atto di grandezza, con la sua decisione di non dire male di nessuno, con il suo desiderio di portare nel proprio cuore i dolori e le speranze dell'umanità. Poche persone della nostra generazione hanno incarnato con tale trasparenza il volto mite e umile di Gesù Cristo. In un'epoca turbolenta per la Chiesa e per la fede cristiana, fratel Roger era una fonte di speranza riconosciuta da molti, compreso me stesso. Come professore di teologia e poi come vescovo di Rottenburg-Stuttgart, ho sempre incoraggiato dei giovani a fare durante l'estate un breve soggiorno a Taizé. Vedevo quanto quel soggiorno vicino a fratel Roger e alla comunità li aiutasse a meglio conoscere e a vivere la Parola di Dio, nella gioia e nella semplicità. Tutto questo, l'ho sentito ancora di più nel momento di presiedere la liturgia delle sue esequie nella grande chiesa della Riconciliazione a Taizé.

Qual è ai suoi occhi il contributo proprio di fratel Roger e della comunità di Taizé all'ecumenismo?

L'unità dei cristiani era certamente uno dei desideri più profondi del priore di Taizé, proprio come la divisione dei cristiani è stata per lui una vera fonte di dolore e dispiacere. Fratel Roger era un uomo di comunione, che mal sopportava ogni forma di antagonismo o di rivalità tra persone o comunità. Quando parlava dell'unità dei cristiani e dei suoi incontri con rappresentanti di diverse tradizioni cristiane, il suo sguardo e la sua voce facevano capire con quale intensità di carità e speranza egli desiderasse che "tutti siano uno". La ricerca dell'unità era per lui come un filo conduttore sino nelle decisioni più concrete di ogni giorno: accogliere gioiosamente ogni azione che possa avvicinare dei cristiani di tradizioni differenti, evitare ogni parola o gesto che possa ritardare la loro riconciliazione. Egli praticava questo discernimento con un'attenzione che confinava con la meticolosità. In questa ricerca dell'unità, tuttavia, fratel Roger non era frettoloso o nervoso. Conosceva la pazienza di Dio nella storia della salvezza e nella storia della Chiesa. Mai sarebbe passato ad atti inaccettabili per le Chiese, mai avrebbe invitato dei giovani a dissociarsi dai loro pastori. Piuttosto che alla rapidità dello sviluppo del movimento ecumenico, egli mirava alla sua profondità. Convinto che solo un ecumenismo nutrito della Parola di Dio e della celebrazione dell'Eucaristia, della preghiera e della contemplazione sarebbe capace di riunire i cristiani nell'unità voluta da Gesù. È in questa sfera dell'ecumenismo spirituale che vorrei situare l'importante contributo di fratel Roger e della comunità di Taizé.

Fratel Roger ha spesso descritto il suo cammino ecumenico come una "riconciliazione interiore della fede delle sue origini con il mistero della fede cattolica, senza rottura di comunione con chicchessia". Questo percorso non appartiene alle categorie abituali. Dopo la sua morte, la comunità di Taizé ha smentito le voci di una conversione segreta al cattolicesimo. Queste voci erano nate, tra l'altro, perché si era visto fratel Roger ricevere la comunione dalle mani del cardinale Ratzinger durante i funerali di Papa Giovanni Paolo II. Che pensare dell'espressione secondo la quale fratel Roger sarebbe diventato "formalmente" cattolico?

Nato in una famiglia riformata, Roger Schutz aveva fatto degli studi di teologia ed era diventato pastore in quella stessa tradizione. Quando parlava della "fede delle sue origini", egli si riferiva a quel bell'insieme di catechesi, devozione, formazione teologica e testimonianza cristiana ricevuto nella tradizione riformata. Egli condivideva quel patrimonio con tutti i suoi fratelli e sorelle d'appartenenza protestante, con i quali si è sempre sentito profondamente legato. Tuttavia, sin dagli anni in cui era un giovane pastore, Roger ha pure cercato di nutrire la sua fede e la sua vita spirituale alle fonti di altre tradizioni cristiane, oltrepassando in questo modo certi limiti confessionali. Il suo desiderio di seguire una vocazione monastica e con questa intenzione di fondare una nuova comunità con cristiani riformati la diceva già lunga su questa ricerca. Lungo gli anni, la fede del priore di Taizé si è progressivamente arricchita del patrimonio di fede della Chiesa cattolica. Secondo la sua stessa testimonianza, è proprio riferendosi al mistero della fede cattolica che egli comprendeva certi dati della fede, come il ruolo della Vergine Maria nella storia della salvezza, la presenza reale di Cristo nei doni eucaristici e il ministero apostolico nella Chiesa, compreso anche il ministero d'unità esercitato dal vescovo di Roma. In risposta, la Chiesa cattolica aveva accettato che egli comunicasse all'eucaristia, come faceva ogni mattina nella grande chiesa di Taizé. Fratel Roger ha pure ricevuto la comunione a più riprese dalle mani di Papa Giovanni Paolo II, che aveva legami d'amicizia con lui sin dai tempi del Concilio Vaticano ii e che conosceva bene il suo cammino nella fede cattolica. In questo senso, non c'era nulla di segreto o di nascosto nell'atteggiamento della Chiesa cattolica, né a Taizé né a Roma. Al momento dei funerali di Giovanni Paolo II, il cardinale Ratzinger non ha fatto che ripetere ciò che si faceva già prima nella basilica di San Pietro, sin dal tempo del Papa defunto. Non c'era niente di nuovo o di premeditato nel gesto del cardinale. Rivolgendosi a Giovanni Paolo II a San Pietro, durante l'incontro europeo dei giovani a Roma nel 1980, il priore di Taizé descrisse il proprio cammino e la sua identità di cristiano con queste parole: "Ho trovato la mia identità di cristiano riconciliando in me stesso la fede delle mie origini con il mistero della fede cattolica, senza rottura di comunione con chicchessia". In effetti, fratel Roger non aveva mai voluto rompere "con chicchessia", per dei motivi che erano essenzialmente legati al suo desiderio di unione e alla vocazione ecumenica della comunità di Taizé. Per questa ragione, egli preferiva non impiegare certi termini come "conversione" o adesione "formale" per qualificare la sua comunione con la Chiesa cattolica. Nella sua coscienza, egli era entrato nel mistero della fede cattolica come qualcuno che cresce, senza dover "abbandonare" o "rompere" con quanto aveva ricevuto e vissuto prima. Si potrebbe discutere a lungo sul senso di certi termini teologici o canonici. Per rispetto del cammino nella fede del priore di Taizé, tuttavia, sarebbe preferibile non applicare nei suoi riguardi delle categorie che egli stesso giudicava inappropriate alla sua esperienza e che del resto la Chiesa cattolica non ha mai voluto imporgli. Lì ancora, le parole di fratel Roger stesso dovrebbero bastarci.

Lei vede dei legami tra la vocazione ecumenica di Taizé e il pellegrinaggio di decine di migliaia di giovani in quel villaggio della Borgogna? A suo avviso, i giovani sono sensibili all'unità visibile dei cristiani?

Secondo me, il fatto che ogni anno migliaia di giovani trovino ancora la strada verso la piccola collina di Taizé è veramente un dono dello Spirito Santo alla Chiesa d'oggi. Per molti di loro Taizé rappresenta il primo e principale luogo dove possono incontrare dei giovani di altre Chiese e comunità ecclesiali. Sono contento di vedere che i giovani che riempiono ogni estate le tende e i tendoni di Taizé vengono da diversi Paesi d'Europa occidentale e orientale (alcuni da altri continenti), appartengono a comunità di tradizione protestante, cattolica e ortodossa, e sono spesso accompagnati dai loro preti o pastori. Numerosi giovani che arrivano a Taizé provengono da Paesi che hanno conosciuto la guerra civile o violenti conflitti interni, spesso in un passato ancora recente. Altri provengono da regioni che hanno sofferto per diversi decenni sotto il giogo di un'ideologia materialista. Altri ancora - e sono forse la maggioranza - vivono in società profondamente segnate dalla secolarizzazione e l'indifferenza religiosa. A Taizé, nei momenti di preghiera e condivisione biblica, essi riscoprono il dono di comunione e d'amicizia che solo il Vangelo di Gesù Cristo può offrire. Ascoltando la Parola di Dio, riscoprono anche la ricchezza unica che è stata donata loro con il sacramento del battesimo. Sì, credo che molti giovani si rendano conto della vera posta in gioco dell'unità dei cristiani. Essi sanno quanto il fardello delle divisioni possa ancora pesare sulla testimonianza dei cristiani e sulla costruzione di una nuova società. A Taizé essi trovano come una "parabola di comunità" che aiuta a superare le fratture del passato e a guardare un avvenire di comunione e amicizia. Di ritorno a casa, questa esperienza li aiuta a creare dei gruppi di preghiera e condivisione nel loro ambiente di vita, per nutrire questo desiderio dell'unità.

Prima di presiedere il Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, lei è stato vescovo di Rottenburg-Stuttgart e a questo titolo ha accolto nel 1996 un incontro europeo di giovani animato dalla comunità di Taizé. Che cosa apportano questi incontri di giovani alla vita delle Chiese?

Quell'incontro è stato in effetti un momento di grandissima gioia e di profonda intensità spirituale per la diocesi e soprattutto per le parrocchie che hanno accolto i giovani provenienti da diversi Paesi. Questi incontri mi sembrano estremamente importanti per la vita della Chiesa. Molti giovani, come dicevo, vivono in società secolarizzate. Essi trovano difficilmente dei compagni di strada nella fede e nella vita cristiana. Gli spazi dove approfondire e celebrare la fede, nella gioia e la serenità, sono rari. Le Chiese locali qualche volta fanno fatica ad accompagnare bene i giovani nel loro cammino spirituale. Ed è qui che i grandi incontri come quelli organizzati dalla comunità di Taizé rispondono a un vero bisogno pastorale. La vita cristiana ha certo bisogno di silenzio e solitudine, come diceva Gesù ("Chiudi la porta, prega il Padre tuo, egli che vede nel segreto", Matteo, 6, 6). Però essa ha bisogno anche di condivisione, d'incontro e scambio. La vita cristiana non si vive nell'isolamento, al contrario. Per mezzo del battesimo noi apparteniamo al medesimo e unico corpo del Cristo risorto. Lo Spirito è l'anima e il soffio che anima questo corpo, che lo fa crescere in santità. Del resto, i vangeli parlano regolarmente di una grande folla di persone che erano venute, spesso da molto lontano, per vedere e ascoltare Gesù, e per essere guarite da lui. I grandi incontri di oggi si iscrivono in quella stessa dinamica. Essi permettono ai giovani di cogliere meglio il mistero della Chiesa come comunione, di ascoltare insieme la parola di Gesù e fidarsi di lui.

Giovanni XXIII ha definito Taizé "piccola primavera". Da parte sua, fratel Roger diceva che Papa Roncalli era l'uomo che più lo aveva segnato. Secondo lei, perché il Pontefice che ha avuto l'intuizione del Concilio Vaticano II e il fondatore di Taizé si apprezzavano così tanto?

Ogni volta che incontravo fratel Roger, mi parlava molto della sua amicizia prima con Giovanni XXIII, poi con Paolo VI e Giovanni Paolo II. Era sempre con gratitudine e grande gioia che mi raccontava i numerosi incontri e conversazioni che aveva avuto con loro lungo gli anni. Da una parte, il priore di Taizé si sentiva molto vicino ai vescovi di Roma, nella loro preoccupazione di condurre la Chiesa di Cristo sulle vie del rinnovamento spirituale, dell'unità dei cristiani, del servizio ai poveri, della testimonianza del Vangelo. Dall'altra, egli si sapeva profondamente compreso e appoggiato da loro nel suo personale cammino spirituale e nell'orientamento che prendeva la giovane comunità di Taizé. La coscienza di agire in armonia con il pensiero del vescovo di Roma era per lui come una bussola in tutte le sue azioni. Mai egli avrebbe intrapreso un'iniziativa che sapeva essere contro l'avviso o la volontà del Papa. Del resto, una medesima relazione di fiducia prosegue oggi con Benedetto XVI che ha pronunciato parole molto toccanti alla morte del fondatore di Taizé, e che riceve ogni anno fratel Alois in udienza privata. Da dove veniva questa stima reciproca tra fratel Roger e i vescovi di Roma che si sono succeduti? Essa si radica certamente nella dimensione umana, nelle ricche personalità degli uomini coinvolti. In definitiva, direi che veniva dallo Spirito Santo che è coerente in ciò che ispira nello stesso momento a persone diverse, per il bene dell'unica Chiesa di Cristo. Quando parla lo Spirito, tutti comprendono lo stesso messaggio, ciascuno nella propria lingua. Il vero operatore della comprensione e della fraternità tra discepoli del Cristo è lui, lo Spirito di comunione.

Lei conosce bene fratel Alois, il successore di fratel Roger. Come vede l'avvenire della comunità di Taizé?

Anche se l'avevo già incontrato nel passato, è soprattutto dopo la morte di fratel Roger che ho imparato a conoscere meglio fratel Alois. Qualche anno prima il priore mi aveva confidato che tutto era previsto per la sua successione, il giorno in cui si sarebbe rivelata necessaria. Era contento della prospettiva che fratel Alois gli avrebbe dato il cambio. Chi avrebbe potuto immaginare che questa successione si sarebbe dovuta effettuare in una sola notte, dopo un atto di violenza inaudita? Ciò che da allora mi stupisce è la grande continuità nella vita della comunità di Taizé e nell'accoglienza dei giovani. La liturgia, la preghiera e l'ospitalità continuano con il medesimo spirito, come un canto che non è mai stato interrotto. Questo la dice lunga, non solo sulla persona del nuovo priore, ma anche e soprattutto sulla maturità umana e spirituale di tutta la comunità di Taizé. È la comunità nel suo insieme che ha ereditato il carisma di fratel Roger e del quale continua a vivere e irradiare. Conoscendo le persone, ho pienamente fiducia nell'avvenire della comunità di Taizé e nel suo impegno per l'unità dei cristiani. Questa fiducia mi viene anche dallo Spirito Santo che non suscita dei carismi per abbandonarli alla prima occasione. Lo Spirito di Dio, che è sempre nuovo, opera nella continuità di una vocazione e di una missione. È lui che aiuterà la comunità a vivere e a sviluppare la sua vocazione, nella fedeltà all'esempio che fratel Roger le ha lasciato. Le generazioni passano, il carisma resta, poiché esso è dono e opera dello Spirito. E voglio ripetere a fratel Alois e a tutta la comunità di Taizé la mia grande stima per la loro amicizia, la loro vita di preghiera e il loro desiderio di unità. Grazie a essi, il dolce volto di fratel Roger ci rimane familiare. (da "L'Ossevatore Romano" del 15.08.08)

sabato 6 settembre 2008

Ed ecco a voi .... gli Hillsong United !




giovedì 28 agosto 2008

Un articolo sulle "Sentinelle" a Marina di Ravenna


È venuto persino un giornalista dall’Olanda a raccogliere la notizia. A Marina di Ravenna si è tenuta per la prima volta in Romagna un’edizione di Una luce nella notte con la chiesa gonfiabile in piazza. A dare il via all’evento è giunto il vescovo della diocesi Mons. Giuseppe Verucchi, che ha celebrato un’affollata Messa proprio nella struttura, montata questa volta in mezzo ad una piazza di Marina di Ravenna, affollatissima di giovani. Il vescovo si è poi fermato in “chiesa” fino all’una, confessando i numerosi adulti e, dopo le undici, i giovani che a centinaia entravano nella struttura.Questa speciale edizione è stata organizzata dalla diocesi a termine di un Corso Base tenuto a numerosi ragazzi provenienti da ogni parte d’Italia e appartenenti alle opere dei Giuseppini del Murialdo, una realtà nata da questo santo torinese dell’Ottocento che proprio ai giovani di strada ha dedicato la sua vita.Gli hotels vicini alla piazza hanno molto apprezzato l’evento, lamentandosi solo che non era stato pubblicizzato abbastanza. In effetti, la sorpresa ha colto di sprovvista i giovani. Qualcuno scambiava la struttura per un cinema all’aperto o uno spazio per concerti di musica classica, ma appena entrati, si sono trovati di fronte ad uno spettacolo davvero particolare. Una lunga fila sostava davanti all’immenso abside bianco e all’altare, in attesa di poter vivere la proposta che le sentinelle fanno ad ogni singolo giovane che entra in chiesa.All’una si conclusa la serata e in pochi minuti la chiesa è stata riposta nelle sei sacche che la contengono. Alle due sono arrivati ancora giovani: «Ma non era fino alle 3? Siamo venuti apposta dalla discoteca…». Peccato, alla prossima!Ora anche l’Emilia Romagna dà inizio al progetto Sentinelle, diffuso ormai in più di 30 diocesi. I giovani ravennati, infatti, contano di ripetere l’iniziativa durante l’anno, anche d’inverno, questa volta in una chiesa di mattoni, nel cuore della loro città.La chiesa gonfiabile ha così terminato le sue prime 4 edizioni sperimentali. Ovunque un successo, nonostante il vento (solo in Sardegna il Maestrale ha avuto la meglio) e talvolta persino la pioggia. Tornerà sulle spiagge italiane ed estere nella prossima estate.


mercoledì 23 luglio 2008

Sentinelle del Mattino a Ravenna in agosto

Stasera navigando in rete mi sono imbattuto nella pagina delle "Sentinelle del Mattino". Ho inserito il link al loro sito nel gruppo dei nostri siti di interesse, nel menù a fianco. Mi è sembrato un gruppo di ragazzi creativi, pieni di entusiasmo e gioia di vivere, veramente in gamba. Senza essere fanatici "alla testimoni di Geova" bisogna trovare dei modi nuovi per evangelizzare in sintonia con il mondo di oggi. In fondo questa è la "vocazione" universale che Gesù dà a tutti gli uomini di ogni tempo e luogo che appartengono alla Chiesa.

"Andate, fate che tutti diventino miei discepoli; battezzateli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo; insegnate loro a ubbidire a tutto ciò che io vi ho comandato. E sappiate che io sarò sempre con voi, tutti i giorni, sino alla fine del mondo" (Mt, 28, 19-20)

Ho scoperto che dal 20 al 24 agosto le "Sentinelle del Mattino" terranno un "Corso di Evangelizzazione" a Ravenna, presso una parrocchia del litorale (probabilmente la Parrocchia di Marina di Ravenna). Per ulteriori dettagli rimando al sito delle "Sentinelle del Mattino" o a quello della Pastorale Giovanile di Ravenna (entrabi nei nosti link preferiti).

Ecco un video di presentazione delle Sentinelle del Mattino.


Papa Giovanni Paolo II & Bono !



Ho trovato in rete la mitica foto di Papa Giovanni Paolo che indossa gli occhiali da rockstar di Bono (degli U2) ! Bono nel settembre 1999 era a Castelgandolfo per presentare al papa la campagna "Jubilee 2000" sulla cancellazione del debito estero ai paesi del terzo mondo, quando il papa è rimasto affascinato dagli occhiali di Bono ed ha voluto provarli. Alla fine il cantante del supergruppo irlandese degli U2 ha regalato al papa i suoi occhiali ed ha ricevuto in cambio un rosario, che indossa sempre al collo durante i concerti.

martedì 22 luglio 2008

Misericordias Domini in aeternum cantabo


Grazie Faustina, ti voglio bene. Ho letto il tuo "Diario" ed è meraviglioso. Hai amato Gesù con tutta te stessa, veramente come una sposa. Sei stata una donna coraggiosa e intelligente e anche "non convenzionale". La tua sensibilità delicata ti ha portato ad avere compassione del "tuo Gesù". Nessuno pensa a lui, a quanto soffre per la freddezza e la poca riconoscenza degli uomini. Tu ti sei donata totalmente per toglierli, almeno un poco, questa tristezza. Ciao Faustina, prega per noi dal cielo. In questo video qualche estratto dal "Diario" con le parole di speranza senza limiti nella sua misericordia che Gesù ti ha chiesto di dire agli uomini.

mercoledì 2 luglio 2008

Progetto "si và a Taizé ?!"


Il gruppo dei "fantastici 5" di Ginevra sta meditando di andare a Taizé da mercoledì 20 agosto a domenica 24 agosto. Ci riusciranno? Si unirà qualcuno ai nostri eroi? Stay tuned!

Preghiera: pausa estiva


Come ogni anno la preghiera a Santa Maria in Porto si ferma per l'estate. Si riprenderà alla grande....



Domenica 31 agosto 2008 ore 21,15
preghiera in preparazione al matrimonio di Maria & Andrea

domenica 17 febbraio 2008

L'incontro di Ginevra raccontato dalla Tv della Svizzera Francese


La TV della Suisse Romande (Svizzera francese) ha dato ampio spazio all'incontro europeo di Taizé a Ginevra. In questo post ho raccolto i link ai vari servizi trasmessi, che è possibile visualizzare in streaming: essi creano una sorta di video racconto dell'evento così come è stato trasmesso dai media.


27 ottobre 2007

Al telegiornale ecco il primo servizio di presentazione dell'incontro con le immagini dei preparativi e dell'organizzazione.


26 novembre 2007

Al telegiornale un appello alla TV svizzera per trovare 15.000 alloggi in famiglia: siamo ad un mese dall'inizio dell'incontro.


26 dicembre 2007

Il 26 dicembre sono trasmesse le prime immagini dell'arrivo dei giovani volontari che presteranno servizio durante l'incontro, la preghiera serale con i frères e una intervista al telegiornale con Antoine Reymond, pastore e membro del Consiglio Sinodale di Losanna

28 dicembre 2007

Giornata di apertura dell'incontro: le immagini, le interviste e il primo collegamento in diretta dal Palaexpo durante la preghiera della sera.


29 dicembre 2007

Un servizio sullo spirito della preghiera di Taizè: l'incontro si è avviato.


30 dicembre 2007

I giovani pellegrini in visita ai luoghi della centro storico di Ginevra ed ai vari workshop pomeridiani.


31 dicembre 2007

Diretta in eurovisione della preghiera della sera in cui frère Alois annuncia che il prossimo incontro europeo si svolgerà a Bruxelles. La trasmissione è integrale per una durata di circa 75 minuti.


1 gennaio 2008

La conclusione dell'incontro: è tempo di bilanci dell'esperienza fatta. Interviste, immagini dei saluti e delle partenze.

giovedì 3 gennaio 2008

Diario dell' Incontro Europeo di Taizé a Ginevra


Venerdì 28 dicembre 2007

Partenza ore 9,00…neanche male. Michy ed io siamo arrivati con il mitico volvone V70 sotto casa di Elisa e abbiamo trovato le ragazze già di sotto ad aspettarci con i loro bagagli. Il gruppo di pellegrini di Ravenna alla volta del XXX incontro europeo di Taizé a Ginevra (Svizzera) è così composto (in ordine alfabetico):

Aurora (“Auro”)
Elisa (“Eli”)
Lorena (“Lo”)
Michela (“Michy” o “Mici”)
Stefano (“Step”)


I fantastici 5


Quest’anno abbiamo anche “Tom” (il navigatore satellitare Tom Tom nuovo di trinca di Auro, appena ricevuto come regalo di natale), che in seguito sarebbe poi diventato prezioso. Dopo le consuete preghierine per il viaggio imbocchiamo l’autostrada direzione Bologna; il traffico è tranquillo i camion sono pochi nonostante non ci sia per loro alcun divieto di percorrenza. Ad Ivrea arriva il primo colpo di scena: si accende una spia del volvone sulle emissioni. È gialla, quindi non è di pericolo immediato, tuttavia se si aggiunge che misteriosamente il riscaldamento dell’auto sembra non funzionare e che il termostato dell’acqua non si schioda dallo zero, prendiamo la decisione di deviare verso il primo garage Volvo della zona. Il numero verde (che in realtà non è verde, almeno per i cellulari) della Volvo ci fornisce numero e indirizzo del garage più vicino. Telefoniamo ed una segreteria telefonica ci risponde dicendoci gli orari di apertura della concessionaria. Ci affidiamo a Tom per portarci avanti ed essere lì per l’orario di apertura pomeridiano. Altro colpo di scena il garage Volvo è chiuso nonostante la vocina della segreteria promettesse l’apertura pomeridiana. Conclusione: abbiamo perso tra una cosa e l’altra almeno tre ore di viaggio e sarebbe stato anche di più se il nostro Tom non ci avesse guidato in mezzo ai monti fino alla retta via. Dopo quasi dieci ore di viaggio, in un momento in cui la lucidità mentale era in fase calante, finalmente abbiamo capito chi era Tom: facendo appello ad una metafora biblica Tom è stato per noi una sorta di Mosè che ci ha portato alla terra promessa (l’Hotel EDEN… neanche a farlo apposta!), una guida che “connessa con il cielo” ci ha indicato la strada.

Hotel??? Avete capito bene abbiamo alloggiato all’hotel. Qui è necessaria una precisazione: siamo ex giovani di Taizé (tutti over 35 per intenderci) e, non avendo ragazzi da accompagnare, abbiamo deciso di partecipare a modo nostro: fare turismo a Ginevra, partecipando alle preghiere comuni. Francamente spacciarci come giovani di Taizé ci è sembrato del tutto fuori luogo e poi i tempi cambiano; noi la nostra parte l’abbiamo fatta: Vienna 1992, Monaco 1993, Parigi 1994, Wroclaw 1995, Stoccarda 1996, Vienna 1997, Milano 1998 ed ora abbiamo il piacere di osservare, con benevolenza ed un po’ di nostalgia, i ragazzi di oggi che vivono le esperienze da noi vissute alcuni anni fa e di condividere con loro e con la “communauté” la preghiera comune.

L’hotel ci è sembrato subito molto caldo ed accogliente e ci siamo trovati molto bene.


La facciata dell'Hotel EDEN

La sera siamo andati a mangiare alla Brasserie du Lac, dove invece non ci siamo trovati affatto bene per i modi non troppo simpatici del gestore. Le pizze non erano disponibili perché il pizzaiolo spagnolo era in vacanza in Spagna (la Spagna, non lo sapevo, a quanto pare è una terra di apprezzati pizzaioli). In pratica aveva solo insalate e le descriveva tutte alla stessa maniera, concludendo sempre con una sorta di “ma sì dai, è insalata”. Durante una foto, mentre si stava pronunciando il canonico “cheese”, uno di noi ha gridato “formaggio” ed una coppia di italiani ha detto “hai sentito, qui si mangia il formaggio!” … e noi giù a ridere! La LO rovescia sulla tovaglia il primo bicchiere d’acqua (il primo di una lunga serie…) e il simpatico gestore a momenti si imbufalisce. Il simpatico gestore ha continuato a imbellire per tutta la sera (…. nel senso che “ignorante” è colui che ignora ed “imbexxlle” è colui che imbelle).

cena alla Brasserie du Lac


Sabato 29 dicembre 2007

Dormita ristoratrice dopo il viaggio di ieri. La prima nostra colazione all’hotel ci conferma nella buona opinione sull’hotel in generale e la LO rovescia il bicchiere d’acqua anche qui, destando in noi il sospetto che volesse battezzare a suo modo ogni locale da noi frequentato. Ci mettiamo per strada sulle tracce della parrocchia più vicina all’hotel in cui potere eventualmente assistere a preghiere e messe mattutine. Approdiamo alla parrocchia della Santa Trinità, moderna e molto particolare. Sulla porta una signora anziana dai modi molto gentili ci chiede se siamo giovani di Taizé e, alla nostra risposta tra il serio ed il faceto di essere “ex giovani”, ci risponde che non si smette mai di essere giovani. Qui troviamo i primi segni di quello che deve essere stato un grande impegno nell’organizzare questo incontro: i poster, gli avvisi, le richieste di accogliere i giovani presentate sotto forma di strisce a fumetti, molto carine.


fumetti per richiedere l'accoglienza dei giovani

Proseguiamo per la chiesa di Notre Dame e qui troviamo i primi ragazzi suddivisi in piccoli gruppi per la riflessione insieme…. anche noi una volta…..


Piccoli gruppi di condivisione a Notre Dame


Da bravi turisti proseguiamo la nostra visita attraverso il lungo lago in cui non spicca però il famoso jet d’eau (forse l’orario non è quello di apertura oppure la temperatura è troppo bassa); la giornata è bella ma il freddo è pungente, facciamo alcune foto e poi proseguiamo per la zona centrale di Bel Air, dove, per riscaldarci ci prendiamo caffè e the caldi in un locale.



Passeggiata sul lungo lago e caffè caldo a Bel Air


Alle 13 siamo per la prima volta al palaexpo: qui ci accoglie la solita cara atmosfera di Taizé, con la musica di sottofondo, le icone, i lumini, la luce discreta, l’apparente caos che però alla lunga lo vedi che è una poliedrica, multicolore e tranquilla forma di organizzazione per cui in realtà tutto funziona con molta serenità e cordialità.



Quest’anno le immagini riproposte nella halle del palaexpo adibito a immenso luogo per la preghiera comune sono tratte da dipinti raffiguranti la natività ed i cui originali, del XII secolo, si trovano nel bellissimo soffitto della Chiesa di S. Martino a Zillis, in Svizzera (nel cantone dei Grigioni, vicino alla città di Coira). Altra novità rispetto al passato è che il luogo della preghiera è unico per cui si prega tutti insieme un po’ come a Taizé.

Dopo la preghiera andiamo a mangiare al ristorante del Manor, un grande magazzino del centro, dove la Eli e la LO danno il meglio di loro stesse cercando di prendersi una pizza. Avvicinandosi al banco del ristorante (tipo self service) dove ci sono in esposizione varie pizze, le nostre ne afferrano due ma vengono prontamente fermate dal pizzaiolo (spagnolo?) che in qualche modo fa capire che erano esemplari che dovevano rimanere esposti. Eli e LO, pur non conoscendo una parola di francese o inglese, si avventurano ad ordinare una pizza da sole ed in cambio ricevono una sorta di disco di metallo con campanello incorporato. Io me le vedo arrivare piegate in due dal ridere facendomi vedere cosa avevano ricevuto in risposta alla richiesta di una normalissima pizza. Auro, che sa il francese, le ha poi accompagnate dal pizzaiolo per spiegazioni. Ad una domanda di conferma “allora dobbiamo andare alla cassa con i dischi di metallo e pagare la pizza” il pizzaiolo, prendendoci per italiani furbi ha puntualizzato che “le pizze da pagare erano due, tanti quanti i dischi di metallo ricevuti”. Alla fine si è capito che i due dischi di metallo sono segnalatori di pizza pronta per cui iniziano a suonare non appena è pronta la pizza e non c’è modo di disattivare la suoneria finché il pizzaiolo in persona non ti consegna la pizza.

Io e Michy volevamo andare al workshop pomeridiano in materia di rapporti tra fede e scienza con la partecipazione di ricercatori del CERN di Ginevra ma ci siamo persi ed abbiamo fatto un giro panoramico su un autobus che è arrivato fino al capolinea nei sobborghi della città. Pazienza. Alla fine abbiamo vagabondato per la città vecchia, alla ricerca di monumenti e scorci per fare foto. La stessa cosa hanno fatto Auro, Eli e Lo. Forse abbiamo visto le stesse cose ma non ci siamo mai incontrati. Una cosa è sicura: entrambe i gruppi sono passati dalla Chiesa di Piero (Eglise de Saint Pierre cioè ….la Cattedrale) con l’intenzione di visitarla ma non potendo farlo perché c’era una fila molto lunga in attesa di entrare. Dal centro storico siamo andati, ciascuno per suo conto, al Palaexpo via bus. Anche qui l’esperienza è stata simile per i due gruppi: la ressa sul bus e degli autisti piuttosto irruenti. Il risultato è stato che Eli ha perso uno dei suoi orecchini. Durante la preghiera della sera la Mici (che è sempre super attiva ma appena si ferma si disattiva), ha dormito da seduta, mantenendo l’apparenza della donna in meditazione mistica ad esclusione dell’improvviso cadere della testa con conseguenti strattoni al collo e riaperture degli occhi sgranati con lo sguardo di chi sta cercando di capire dove si trova.

Riporto qui un piccolo brano tratto dalla meditazione serale di frère Alois: “Dio ci ha creati con questo desiderio di assoluto. Sta a noi rispondervi impegnando la nostra vita. Forse capiamo molto poco del Vangelo. Tuttavia questo basta per metterci in cammino. Mettiamo in pratica il poco che abbiamo intuito! Così siamo portati a comprendere di più. E subito riconosciamo attorno a noi altre persone che vivono il Vangelo. È la bellezza della comunione di cui facciamo una così forte esperienza in questi giorni”

Dopo la preghiera siamo andati in centro città ed abbiamo scoperto uno dei luoghi cult del nostro tempo a Ginevra: il ristorante brasserie “Bagatelle”.

Brasserie "Bagatelle" dove abbiamo cenato sempre ad esclusione della prima sera

In questo posto ameno in cui si mangia in modo non fine ma sostanzioso e gustoso, abbiamo creato un casino che non lo vedevano da un pezzo: tra zaini, borse, giacconi nostri ammucchiati come fossimo in un campo profughi, le due chicche della serata sono state la telefonata di Ewa, dopo dieci anni che non ci sentivamo (con gli immancabili amarcord e aneddoti vari) e le “du ball de gelat” con cui ho richiesto alla esterrefatta cameriera un gelato conclusivo.

Domenica 30 dicembre 2007

A colazione troviamo una cerata antisversamento liquidi nel posto della LO .... ma no dai LO, sto scherzando!

Ore 10: abbiamo partecipato ad una messa molto intensa alla parrocchia della SS Trinità, alla presenza del vescovo di Basilea. Di fronte a noi una coppia di coniugi della nostra età, lui italiano e lei francese (o svizzera francese) con due bambine molto dolci. La loro familiarità con Taizé ci ha fatto supporre che fosse una coppia conosciutasi là: quanti innamoramenti, quante storie, quanti matrimoni e quanti bimbi sono nati dalla radice di Taizé. Io ne so qualcosa: anche se la mia storia con Ewa è terminata perché oggettivamente non c’erano le condizioni perché andasse avanti, tuttavia è stata una esperienza molto bella. Ieri in autobus ho ascoltato per caso un italiano (era toscano) che raccontava di una sua storia passata con una ragazza polacca. Mi ha fatto morire dal ridere perché ad un certo punto, in toscano stretto, ha detto: “ a me piacciono le bionde con gli occhi azzurri; quando l’ho detto alla mi’ mamma ella mi ha detto – e allora sta’ sicuro che tu ti sposi una bruna con gli occhi neri… e così è stato!”.

Dopo la messa siamo andati dapprima a visitare gli "Schtrumpfs", cioè degli edifici tra il 23 ed il 29 di rue Louis-Favre costruiti da tre architetti estrosi. Questi edifici sono caratterizzati da rilievi, elementi policromi, mosaici, arabeschi, ecc, alla maniera di Gaudi. Le poche notizie della guida ci dicono che in questa area sembra "di essere in un fumetto".



Noi in visita agli Schtrumpfs


Più tardi ci siamo diretti al lungo lago dove finalmente abbiamo visto il jet d’eau acceso.

Il famoso jet d'eau

Spicca veramente come qualcosa che cattura l’attenzione pur rimanendo armonico con il paesaggio della baia della città. Abbiamo fatto delle foto e poi ci siamo incamminati lungo un molo fino a raggiungere un locale caratteristico (da noi ribattezzato “il baretto”) in cui si può mangiare a buon mercato il piatto del giorno. La giornata era veramente bella e la temperatura mite (circa 13°-14°C) per cui abbiamo deciso di mangiare all’aperto, in un tavolo soleggiato ed in un luogo riparato. Un abitante del luogo ha forse esagerato presentandosi in costume e a torso nudo come d’estate. Durante il pranzo ci ha telefonato il mio caro amico Steffi (dalla svizzera tedesca) facendo sapere che sarebbe venuto a Ginevra l’indomani e che avrebbe alloggiato nel nostro stesso hotel. L’appuntamento è stato fissato per le 12,30 in hotel. Siamo stati molto bene al baretto.



Nel pomeriggio, guidati da Tom siamo stati a fare una gita nei dintorni di Ginevra, costeggiando il lago in direzione Losanna. Ci siamo fermati a Rolle dove abbiamo visto dal di fuori il castello e dove abbiamo fatto una passeggiata a piedi sul lungolago.

Il castello di Rolle (dintorni di Ginevra)

Il posto ci è parso incantevole. Al calar del sole ci è venuto freddo ed abbiamo deciso di imbucarci nella patisserie del paese prendere qualcosa di caldo. Qui ha avuto luogo un vero e proprio show. Ci siamo seduti ed abbiamo ordinato chi thè chi caffè creme, risoluti a non prendere nulla da mangiare. Di lì a poco io ho ceduto e sono andato al banco a prendermi un dolce su di un piattino. Ho preso una palla di cioccolata, molto densa e consistente e con l’impasto guarnito di polvere di mandorle e liquore, mentre l’esterno era ricoperto di praline di cioccolata. Il dolcetto bisognava tenerlo un po’ in equilibrio sul piattino data la forma sferica del pasticcino (immaginate di portare una pallina da tennis su di un piatto). Il locale era affollato. Dietro di noi una coppia con un grosso cane nero, molto bello. Quando mi sono seduto con il mio pasticcino la LO è stata colta da un irrefrenabile desiderio di pasticcino al cioccolato e, nonostante non sapesse parlare, è andata da sola alla procacciarsi la preda. Dopo un paio di minuti l’abbiamo vista ritornare con un sorriso da qua a là, portando innanzi tutta fiera il pasticcino al cioccolato. Non abbiamo fatto in tempo a dirle “brava, ce l’hai fatta!”, che ha inciampato in uno scalino, facendo fare una imperdonabile oscillazione al piatto. Il pasticcino ha roteato, carambolato e lentamente è caduto rotolando sotto il tavolo di alcuni vicini. Immediatamente c’è stata una collaborazione da parte di tutti i vicini a chinarsi per vedere dove diavolo fosse rotolato il pasticcino. La coppia col cane ha immediatamente verificato che il pasticcino sfortunatamente non fosse rotolato proprio dal cane. Altri guardavano sotto i tavoli nell’eventualità che inavvertitamente qualcuno avesse calciato il pasticcino dalla parte opposta della pasticceria, mentre altri verificavano che non si verificasse la conclusione più cruenta e cioè lo schiacciamento della palla di cioccolata per calpestio. Noi invece (è in questi casi che si vedono gli amici) eravamo letteralmente stesi sulle panche della patisserie con le lacrime agli occhi dal troppo ridere. Infine uno dei nostri vicini ci ha indicato la palla di cioccolata in stato di quiete, nella zona di confine tra il nostro tavolino ed un altro. A questo punto abbiamo raccolto il pasticcino (il nostro vicino non osava farlo naturalmente) e l’ho personalmente sottoposto a barba e capelli, togliendogli uno strato di cioccolata e riconsegnandolo alla LO. Quando la coppia con il cane è andata via, il cane si è infilato con il muso sotto il nostro tavolo alla ricerca della palla di cioccolata; allora la sua padrona l’ha tirato via e molto candidamente ci ha detto “Il avait de l’espoir!” (Aveva delle speranze!).

La preghiera della sera è stata molto bella. È stata trasmessa in eurovisione e c’erano moltissimi rappresentanti delle varie confessioni cristiane: direi che è stato di gran lunga l’incontro europeo con il taglio più ecumenico tra quelli a cui ho partecipato. Le parole di frère Alois, pronunciate in modo molto sereno e pacato, sono però molto chiare e interpellano per una risposta: “Solo insieme possiamo trasmettere la luce di Cristo. Per questo, qui a Ginevra, lanciamo l’ «invito alla riconciliazione dei cristiani» che vi è stato distribuito. Un tempo, in nome della verità del Vangelo, i cristiani si sono separati. Oggi, in nome della verità del Vangelo, noi vogliamo riconciliarci. Come essere credibili parlando di un Dio d’amore se rimaniamo separati? Non sprechiamo più tante energie nelle opposizioni, talvolta anche in seno alle nostre Chiese. ……. Affinché si concretizzi uno scambio di doni tra i cristiani, ritroviamoci più spesso insieme alla presenza di Dio nell’ascolto della Parola, nel silenzio e la lode. Ritrovarci così nelle veglie di preghiera, è già anticipare un’unità, è lasciare che lo Spirito Santo ci unisca già. E questo permetterà sicuramente anche al dialogo teologico di avanzare. Queste veglie di riconciliazione potranno superare le chiusure delle nostre società. Possiamo riunire delle persone che d’abitudine non s’incontrano, per esempio stranieri e gente del paese. Possiamo preparare simili veglie in luoghi significativi: lungo la frontiera tra due paesi, in un carcere, in un quartiere che soffre di violenze, con dei bambini abbandonati…”

Durante la preghiera la Mici naturalmente ha dormito di gusto, ma è stata svegliata improvvisamente dall’applauso che è scrosciato all’annuncio di frère Alois che il prossimo incontro europeo si sarebbe tenuto a Bruxelles in Belgio. Si è svegliata ha incominciato ad applaudire e comportarsi come se fosse stata del tutto sveglia fino a quel momento; addirittura ci ha comunicato che ha già il nominativo di un buon hotel a Bruxelles dove ha soggiornato alcuni anni fa.

La preghiera si è conclusa con la liturgia della Luce, che è sempre molto suggestiva e coinvolgente.

foto di gruppo al termine della preghiera

Al termine della preghiera Eli si è esibita in una perfetta performance di pagamento del parcheggio e poi ci siamo recati al nostro caro ristorante Bagatelle per la cena, buona come sempre. Purtroppo al termine della cena le mie condizioni di salute e quelle della Mici sono peggiorate ed abbiamo tutti e due incominciato a sentire i sintomi dell’influenza.

Lunedì 31 dicembre 2007

Mici ed io la mattinata l’abbiamo passata a letto a dormire ed a cercare di recuperare un minimo di salute per affrontare l’ultima giornata dell’anno. Le ragazze invece sono andate dapprima nella parrocchia e poi in centro fino alla chiesa di Notre Dame. Alle 12,30 ci siamo incontrati nella hall dell’hotel con Steffi; c'eravamo tutti eccetto la Mici che continuava a stare poco bene per alzarsi. Abbiamo fatto un'unica macchina e ci siamo recati al Palaexpo; è stato durante questo breve viaggio che Steffi ha potuto fare la conoscenza di Tom, restando anche lui indubitabilmente affascinato dalla vette di tecnologia raggiunte dal nostro compagno di viaggio (a parte i primi due minuti iniziali di funzionamento dopo l’accensione in cui deve capire chi è, dov’è e in cui comunque, per non sapere né leggere né scrivere, ti avverte di un pedaggio). Steffi, durante l’ingresso al Palaexpo e fino all’inizio della preghiera, ha scattato delle foto con la sua macchina fotografica professionale per cercare di cogliere l’atmosfera dell’evento.

Dopo la preghiera siamo andati al bookshop di Taizé (sempre al Palaexpo) dove abbiamo preso qualche regalino per i nostri sacerdoti polacchi, che ci seguono nella preghiera di Taizé di Ravenna e poi siamo corsi in centro a mangiare qualche cosa al Manor. Steffi in particolare era affamato. Quando siamo entrati al Manor ha sussurrato "Io non ho problemi, mangio di tutto.... tra un po' mangio veramente di tutto". Qui abbiamo deciso di comprare anche una bottiglia di spumante e qualche dolce per festeggiare tra di noi la notte del nuovo anno. Tra il pranzo e gli acquisti abbiamo passato al Manor parte del pomeriggio. C’era una ressa incredibile di persone tutte prese dalla frenesia degli ultimi acquisti. Stanchi morti siamo passati dall’hotel per un breve riposino e poi si è di nuovo fatta ora del nostro viaggio al Palaexpo per l’ultima preghiera dell’incontro europeo.

Anche questa sera le parole di frère Alois sono state molto belle e credo che esprimano in modo intenso il cuore di Taizé: “Per frère Roger, la bontà e la semplicità erano intimamente legate, egli stava attento che questi due valori del Vangelo fossero centrali nella vita della nostra comunità. La bontà, alleata con la semplicità di cuore, rende attenti ai più poveri, alla pena dei bambini, alla sofferenza degl’innocenti attraverso il mondo. La bontà non trova la sua sorgente in noi. Spetta a noi non oscurare il messaggio del Vangelo. L’immagine di un Dio giudice severo ha sicuramente fatto molto male. Osiamo dire che Dio non può che amare. Lì sta il messaggio esigente, ma talmente liberatore di Cristo. E diciamolo con la nostra vita! Oggi, per rendere accessibile la fede cristiana al maggior numero di persone, è vitale trasmettere ciò che sta al centro del Vangelo: la grandezza di Dio, la sua onnipotenza si rivela come amore, come capacità infinita di rendersi vicinissimo all’umanità. La bontà apre una porta alla fiducia in Dio. La bontà stupisce, talvolta essa provoca meraviglia. Un nuovo orizzonte si presenta, un aldilà alle durezze della vita, alle ingiustizie, alle durezze anche di una società del benessere che nasconde tante miserie materiali e spirituali.”

Ieri avevamo prenotato un tavolo per sei persone alle 21,30 al nostro solito ristorante "Bagatelle", dove siamo entrati con mezz’ora di anticipo e con il fare di chi si sente oramai a casa propria. La serata è stata allegra, molto divertente e bagnata da birra chiara e buon vino rosso di Ginevra. Abbiamo inizialmente coinvolto il cameriere per una foto da sobri e poi alla fine della cena la cameriera per una foto da brilli. Alla fine andandocene, abbiamo augurato il buon anno e stretto calorosamente la mano al cameriere, che imbarazzato aveva cercato di evitarci per tutta la serata.

Dopo cena siamo andati alla Chiesa di Piero, dove era prevista una veglia di preghiera per la pace. Nonostante la grande affluenza di gente mi è sembrata la preghiera meno sentita di tutto l’incontro. C’erano molti ginevrini e pochi giovani partecipanti all’incontro (per loro il programma prevedeva la preghiera nelle rispettive parrocchie) per cui pochissimi cantavano, molti entravano e poi uscivano e si aveva l’impressione che fossero venuti più per curiosità e per ingannare il tempo in attesa della mezzanotte che per pregare. La Mici, manco a dirlo, si è addormentata. Era seduta tra me e la LO. Al termine di un momento di silenzio la LO si sporge verso di me e mi sussurra “Ascolta…”. Improvvisamente la Mici si sveglia e a voce alta dice “sto ascoltando!!” e noi giù a ridere. L’unica cosa bella della preghiera è stato che, uscendo dalla Chiesa, abbiamo potuto salutare e stringere la mano a frère Alois.

Il fatidico “trois, deux, un, bonne année!!!” ci ha colto sul sagrato della Chiesa di Piero, all’uscita dalla preghiera. Nella piazza antistante era stato montato un palco su cui c’erano dei DJ che animavano la serata con musica stile rave. La gente stappava bottiglie di spumante e ballava quella musica, che però per i nostri gusti era troppo assordante, metallica e senz’anima (ci fosse stato almeno del buon rock!). Così abbiamo deciso di tornarcene alle nostre care camere dell’hotel Eden dove abbiamo brindato tra di noi e passato del tempo piacevole raccontando aneddoti e ricordi tra un pasticcino e l’altro.

Martedì 1 gennaio 2008

È tempo di saluti. L’incontro europeo si è concluso ed anche la nostra vacanza a Ginevra volge al termine. Ci ritroviamo tutti nella hall dell’hotel con la distesa delle borse e valigie fatte e pronte per essere caricate nel volvone. Facciamo i nostri commenti insieme a Steffi, in attesa di salutarlo visto che le nostre strade si dividono: noi di ritorno a Ravenna e lui a Ringennberg (nel cantone di Berna). È stata una esperienza diversa da quelle del passato ma veramente bella. Siamo grati a questa Comunità di Taizé che è stata un riferimento importante per le nostre vite lungo il corso degli anni; anche l’amicizia tra di noi si è rafforzata. Ora si torna a casa: dei semi sono stati piantati. Fioriranno in qualche cosa di buono e di intenso?