giovedì 13 agosto 2009

Piccole riflessioni dalla città bella di sera




Ore 20,30 di venerdì 24 luglio 2009. Invio un sms criptico all’Aurora “solito posto solita ora…..”. Lei capisce al volo e risponde immediatamente “Ci sarò!”. L’appuntamento è per le 21,20 presso la Chiesa del Suffragio” in Piazza del Popolo a Ravenna. È il quarto ed ultimo venerdì di preghiera che proponiamo nel centro cittadino all’interno dell’iniziativa di “Ravenna bella di sera”. La serata è calda e molto bella. È un piacere dopo una giornata di lavoro potere andare nel centro in festa, pieno di gente, di voci e di colori. Penso alla città come ad una sorta di casa, i cui spazi sono di tutti ed il centro è come il salotto buono in cui si ricevono gli amici e gli ospiti. Alle 21,20 la Chiesa è già aperta e trovo Malì, Paolo ed Elisa intenti a sistemare le luci e le icone per la preghiera. L’Auro, la Lo e la Licia stanno invece provando i canti con le chitarre. Questa sera finalmente mettiamo un cartellone con l’avviso della preghiera fuori dalla chiesa, proprio davanti al portone di ingresso completamente aperto. Il cartellone è debolmente illuminato da un lumino dentro un bicchiere. Nonostante la luce fioca del lumino dalla piazza il cartellone si nota: speriamo che possa incuriosire i passanti ed invitarli ad entrare. Prima della preghiera passa a salutarci il nostro carissimo Padre Luca, appena rientrato dalla Polonia.

Ore 21,45 (in realtà qualche minuto dopo ……): Don Sergio suona la campanella come per l’inizio di ogni celebrazione ed entra per l’esposizione dell’Eucarestia sul canto iniziale che ripete incessantemente “Cristo Gesù, luce interiore, non lasciare che il buio parli in me. Cristo Gesù, luce interiore, fa che io accolga il tuo amore” (è la traduzione italiana del famoso canto “Jesus le Christ”). A chi è venuto per pregare con noi non abbiamo spiegato nulla sulla preghiera nello stile di Taizé, fatta di brevi versetti ripetuti all’infinito. Non abbiamo detto che il canto stesso è la preghiera, una preghiera del cuore come quella del famoso “pellegrino russo” che ripete incessantemente il nome di Gesù. Speriamo che tutto ciò si possa capire semplicemente pregando, senza cercare di evocare una esperienza interiore con delle parole di spiegazione. C’è una breve lettura dal Vangelo di Matteo: “e ancora vi assicuro che se due di voi, in terra, si troveranno d’accordo su quello che devono fare e chiederanno aiuto nella preghiera, il Padre mio che è in cielo glielo concederà”. Mi rendo conto che per uno che ha difficoltà a credere sono parole problematiche perché interpellano a una fiducia in Dio, che per di più richiede di essere vissuta in modo comunitario. Anche noi, che portiamo avanti questa preghiera dal 1994 quasi ogni settimana, non capiamo bene la potenza che è nascosta dietro queste semplici parole. Un piccolo gruppo che è d’accordo su quello deve fare, se ha fiducia, sarà aiutato. Noi, diversi anni fa, ci trovammo d’accordo nel desiderio di pregare insieme e di condividere con altri questa preghiera. Sento che negli anni non abbiamo perso questo desiderio, ma che forse ci siamo un po’ chiusi in noi stessi. Mi rendo conto che sto vivendo questi venerdì sera come una boccata di ossigeno: la nostra preghiera in una Chiesa con la porta sempre aperta, il lumino all’esterno quale piccola cometa che discretamente invita ad entrare, senza proselitismi. La preghiera scorre tranquilla: il momento centrale del silenzio è concluso dalle parole di frère Roger, che ci ricorda che nell’amore del Cristo “le nostre vite cambiano a poco a poco”. Seguono le intenzioni spontanee, la decina del Rosario ed altri canti. Ogni tanto qualcuno entra, si ferma un po’ di fronte a Gesù e poi esce di nuovo per le vie della città. Sento infine Don Sergio che sta preparando l’incenso per la benedizione finale. L’esperienza volge al termine, visto che da oggi ci prendiamo la usuale pausa estiva. Dopo la benedizione riponiamo le nostre cose e ci troviamo fuori dalla Chiesa desiderosi di parlare tra di noi e di goderci un momento di convivialità insieme. Ecco la joie serene, come direbbe il caro frère Roger! Tranquilli e contenti ci immergiamo di nuovo nella città bella di sera.


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